Dare del Lei non è ...cool.
Viviamo un'epoca di eccessi confidenziali e mancanza di rispetto, dove siamo diventati tutti amici, anche di perfetti sconosciuti.
Non ci formalizziamo più (purtroppo) nemmeno davanti alle autorità o presunte tali.
Mio nonno mi ha insegnato il rispetto, per le persone più grandi di me, per chi ricopre una posizione di prestigio ( vera, non legata all'autoincensamento) per le vecchie zie etc.
Noi davamo del Lei, salutavamo con rispetto e dove fosse richiesto anche con un certo timore reverenziale.
Certo mi direte, ma i tempi sono cambiati, siamo presi in un vortice di impegni e quisquilie di vario genere, non abbiamo tempo di riflettere e poi parlare (di questo si tratta)
Presi da questo lassismo linguistico ci giustifichiamo in modi anche fantasiosi, comunque inutili.
Quindi parte lo strafalcione, da la mano alla mancanza di buona educazione e si arrampica sugli alberi come uno scimpanzé dispettoso ... un fiume in piena di disattenzioni linguistiche .
La nostra lingua, musicale ardita poetica, che fa si che le parole si snodino uno dopo l'altra a dare piacere non solo a chi le ascolta ma anche a chi le pronuncia viene abusata e maltrattata, leggiamo famigerate K sparse qua e la a rimpiazzare il nostro caro CH , abuso perpetuato non solo da adolescenti disinformati e già stanchi ma anche da noi (generalizzo...ma sottolineo che io non ne faccio uso) adulti, complici di questo delitto quotidiano, invece di insegnare abbiamo lasciato che l'abuso ci infettasse come un virus.
Che dire poi dello sdoganamento del "ma però" e di altri suoi compagni per i quali noi a scuola venivamo ripresi, nel migliore dei casi, portando a casa un voto che esprimeva il disappunto del nostro insegnante .
Abbiamo dimenticato l'uso e l'importanza delle parole scritte bene e dette meglio, abbiamo dimenticato il valore di una pausa, di una formalità.
Siamo tutti colpevoli.
S.
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